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Un caffè da 7,1 miliardi di dollari per garantirsi la commercializzazione dei prodotti Starbucks. Tanto ha pagato la multinazionale svizzera Nestlé per portare gli articoli della catena americana al di fuori del network di caffetterie più famoso al mondo.

L’accordo, reso noto il 7 maggio, segna il rafforzamento di Nestlé in un settore già presidiato attraverso i brand Nescafé e Nespresso per un fatturato da 2 miliardi di dollari l’anno.

L’accordo

L’alleanza siglata fra le due aziende ha una portata globale in cui si inseriscono gli interessi particolare dei due protagonisti: da un lato, Nestlé punta ad accrescere e consolidare la propria presenza sul mercato Nord Americano; dall’altro, Starbucks ha già detto che reinvestirà i proventi per il riacquisto di alcuni stock di azioni (i cui dividendi saranno poi distribuiti agli azionisti per una somma vicina ai 20 miliardi di euro entro il 2020). A livello occupazionale, invece, Nestlé si è impegnata ad assumere 500 dipendenti Starbucks. Più nel dettaglio, la multinazionale svizzera utilizzerà i prodotti a marchio Starbucks nei suoi sistemi a capsule dal 2019 e otterrà anche i diritti per vendere prodotti confezionati di caffè tra cui i marchi Seattlès Best CoffeeStarbucks Via e Torrefazione Italia. Sono esclusi dall’accordo i prodotti pronti da bere e tutte le vendite di qualsiasi prodotto all’interno dei coffee shop Starbucks. Dopo l’annuncio, la palla passa in mano all’Authority per la concorrenza che dovrebbe portare al closing entro l’estate o all’inizio dell’autunno. «Con Starbucks, Nescafe e Nespresso, riuniamo tre marchi iconici nel mondo del caffè», ha dichiarato il ceo di Nestlé, Mark Schneider, e per il numero uno di Starbucks, Kevin Johnson, «questa alleanza globale nel caffè porterà l’esperienza Starbucks nelle case di milioni di persone in tutto il mondo attraverso la fama di Nestlé».

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