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Aperto per poco di più di sei mesi, prima dell’avvento dell’emergenza Covid-19, il super mall American Dream si prepara alla ripartenza. La destinazione commerciale del New Jersey tornerà pienamente operativa dal primo ottobre, ma rimane il problema vacancy – già avvertito prima della pandemia.

Inaugurato a ottobre del 2019 e successivamente al centro di uno sviluppo a più fasi, American Dream rappresenta fin dal nome l’ambizione del proprietario immobiliare canadese Triple Five: 280mila mq dedicati a shopping, enterteinment e food. Frutto di un progetto decennale, il mall ha però dovuto fare i conti con il problema vacancy fin dall’inizio.

Nuova riapertura, vecchi problemi

Chiuso il 16 marzo in ottemperanza alle regolamentazioni anti-Covid, American Dream aveva da poco avviato il parco a tema Nickelodeon Universe, la struttura dedicata all’hockey The Rink (in collaborazione con la NHL) e l’indoor ski park Big SNOW American Dream. Dal 4 marzo, poi, avrebbe dovuto aprire i battenti un complesso commerciale da 350 negozi e 100 store food&beverage. Debutto rimandato al primo ottobre. Data entro cui, però, non saranno risolti i problemi di vacancy. Attualmente, sono una sessantina i brand che hanno garantito la propria presenza. Tra questi: Aldo, Arc’Teryx, Asics, Century 21, Columbia, DSW, Fabletics, Hollister, MAC Cosmetics, Pink Victoria’s Secret, Primark, Samsonite, Sephora, Sunglass Hut, Tumi e Uniqlo. Stessa cosa per il segmento ristorativo con nomi del calibro di Cinnabon, Dunkin Donuts, Haagen Dazs, Panda Bubble Tea oltre al format Coca-Cola Eats. Pochi se si conta il potenziale.

Le cause

A determinare lo stallo, le conseguenza della pandemia sul mercato immobiliare commerciale. Diversi brand, infatti, hanno dovuto rinunciare alla piazza di American Dream (che sulla carta avrebbe dovuto attrarre fino a 4 milioni di visitatori all’anno) perché in bancarotta oppure alle prese con una razionalizzazione del proprio network dando avvio a un effetto domino. Da un lato, Triple Five ha dovuto sedersi a un tavolo con i creditori dopo aver saltato tre rate del prestito da 1,9 miliardi garantito. Dall’altro, gli investitori che hanno sostenuto la costruzione del complesso commerciale hanno perso 196 milioni di dollari da marzo a giugno per poi vedere scendere il costo per azione dei municipal bond da 120 a 87 centesimi.

N.G.

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