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L’Occitane ricorre al “Chapter 11” per le sue attività americane, nel tentativo di raddrizzare i conti dei suoi store.

La procedura fallimentare, che permette le ristrutturazione aziendale, è stata chiesta volontariamente al tribunale del New Jersey dal gruppo francese, che in un comunicato ufficiale accusa in particolare il peso dei canoni d’affitto sproporzionati cui sono sottoposti molti dei punti vendita. Il primo passo dovrebbe essere la chiusura di 23 negozi negli States.

“Questa è solo la prima mossa che ci permetterà di consolidare il business negli Stati Uniti. Siamo ansiosi di collaborare con i proprietari degli immobili per stringere accordi sensati, rispetto alla situazione congiunturale del retail” ha affermato Yann Tanini, managing director di L’Occitane Nord America. Il gruppo specifica che i negozi restano aperti e che in cassa c’è liquidità sufficiente per sostenere a pieno il piano di rilancio e continuare a pagare abitualmente dipendenti e fornitori.

Secondo gli ultimi dati di bilancio, nel periodo aprile-dicembre 2020 le vendite sul canale retail erano calate del 56%, a fronte di un rimbalzo dell’e-commerce del 72% nello stesso periodo. Dopo la Cina, gli Usa sono il secondo mercato in termini di ricavi di gruppo con una quota di circa il 15% stando ai dati di bilancio del terzo trimestre finanziario (ott-dic 2021).

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