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Nonostante la crisi, la cosmetica italiana para il colpo nel 2020. Il fatturato globale del settore si è attestato a 10,47 miliardi di euro, in calo del 12,8% sul 2019, con un freno più accentuato sulla quota di export (4,1 miliardi, -16,5%) e minore per la parte domestica (6,36 miliardi, -10,2%).

Corre l’e-commerce, soffrono i negozi tradizionali, ma le prospettive sono buone perché quasi la metà delle imprese avverte già la ripresa in questo inizio di 2021. È quanto emerge dalla consueta rilevazione annuale di Cosmetica Italia, sigla del settore di Confindustria, arrivata a 594 associati (erano 519 nel 2018), in rappresentanza di 36mila occupati diretti e 400mila considerando la filiera.

“Sono numeri che danno speranza e ottimismo. Resilienza è una parola abusata, ma questo è stato il concetto chiave che ha caratterizzato le nostre imprese, che hanno continuato a investire, non solo in digtale e e-commerce, ma anche in ricerca e macchinari” ha commentato il presidente, Renato Ancorotti.

Il periodo straordinario della pandemia ha naturalmente influito sui canali di vendita. Il mass market dovrebbe chiudere l’anno con un lieve calo, -2,5%, e una quota di mercato del 44%, seguito dalle “farmacie”, anch’esse in flessione del 2,5% e una quota del 19,2%. Più pesante il risultato delle profumerie, -27% e una quota del 15,9% (per la prima volta c’è il sorpasso delle farmacie). In controtendenza l’e-commerce, che ora rappresenta il 7,7% dei ricavi ed è balzato del 42%. “Appare evidente come il canale digitale sia indispensabile, ma ancora non in grado di riequilibrare l’andamento complessivo” ha aggiunto Ancorotti.

Eppure le note positive riguardano la ripresa. Le previsioni per tutti i canali di vendita sono per un segno positivo già nel primo semestre in corso: si va dal +3,5% di grande distribuzione e farmacie al 40% dell’e-commerce, al 12% delle erboristerie e 10% dei negozi professionali come saloni di acconciatura ed estetica. Il sentiment delle aziende è buono: per il 46,1% del campione la ripresa è già in corso, per il 36,8% avverrà nella seconda metà dell’anno e solo un 14,5% ritiene di dover aspettare il 2022.

Quest’anno il centro studi di Cosmetica Italia ha dedicato un focus sul segmento dei prodotti naturali/bio e quelli connotati come “sostenibili”. Questo segmento rappresenta ormai più del 10% del mercato: gli corrisponde un fatturato pari a 1,65 miliardi, suddiviso in 778 milioni relativo all’area “naturale/bio”, 876 milioni “green/sostenibile”, con una vasta area di sovrapposizione visto che 925 milioni sono relativi a prodotti che presentano entrambe le caratteristiche. “Interessante notare” ha spiegato Gian Andrea Positano, responsabile del centro studi, “che in questo filone l’e-commerce pesa pochissimo, mentre hanno un ruolo importante i saloni professionali, grazie al valore aggiunto che il personale sa dare a livello di consulenza”.

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