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Entro fine anno, in Italia conteremo l’apertura di 828 nuovi negozi, con il settore abbigliamento-accessori a fare la parte del leone: 190.

La stime è emersa nel corso del quinto Retail summit organizzato a Milano da Confimprese in collaborazione con la società di marketing Jakala.

A stretto giro segue la ristorazione, che chiuderà il 2021 con 185 apertura all’attivo, poi casa-complementi d’arredo con 109, seguono cura persona-beauty, servizi, elettronica-telefonia, entertainment.

Fra le regioni, in pole position c’è la Lombardia, seguita da Lazio e Campania. Ma soprattutto, come location, i centri commerciali raccolgono la maggior parte dei favori (il 38% del totale), seguite dalle vie dello shopping cittadino (nuove aperture in aumento del 3,5% fra primo e secondo semestre), poi negozi di prossimità nelle città di provincia (16%) e outlet all’8%, mentre il travel retail appare ancora penalizzato, con appena l’1% delle nuove attività.

“Nel retail il benchmark sull’anno pre-Covid è ancora negativo, ma la strada è comunque segnata e indica che il governo Draghi tranquillizza l’Europa e l’Italia, convince il mondo dell’industria e del commercio, generando lavoro e stabilità” ha detto Mario Resca, presidente di Confimprese. “Il confronto tracciato dall’Istat in questi giorni con Francia e Germania, cresciute rispettivamente dell’11% e dell’8% contro il +18% dell’Italia, accredita la tesi che si tratti di ripresa e non di un rimbalzo”.

Per quanto riguarda le chiusure, la previsione è di 255 in totale entro l’anno, specialmente nell’entertainment, pari al 5,7% della rete, seguite da abbigliamento/accessori pari al 3%, ristorazione (1,6%), elettronica/telefonia (2,9%), cura persona-beauty (2,7%).

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