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Una crisi economica senza precedenti sta colpendo il settore rappresentato da Aigrim di cui fanno parte le aziende della ristorazione in concessione nei luoghi di viaggio. Da qui l’appello e una serie di proposte al Governo e alle istituzioni. 

Con una forza lavoro di 30mila dipendenti distribuiti su tremila punti di ristoro, Aigrim è l’Associazione delle Imprese di Grande Ristorazione e servizi Multilocalizzate che aderisce a Fipe-Confcommercio. Al suo interno, 11 grandi imprese della ristorazione a catena (rappresentative di tutti i format) che producono ricavi per oltre tre miliardi di euro. Una somma messa in crisi dallo scoppio dell’emergenza Coronavirus.

Il contesto 

A pesare sulle performance del settore c’è, innanzitutto, la limitazione alla mobilità delle persone, la chiusura dei punti di ristoro (eccezion fatta per le autostrade) e la modifica delle modalità di erogazione del servizio. Un contesto al quale si aggiungono gli impegni economici legati ai contratti di sub concessione stipulati con le diverse concessionarie autostradali, aeroportuali e ferroviarie. Contratti che impongono canoni fissi e variabili, costi di gestione e investimenti dimensionati su volumi non più esistenti.

Le proposte

Alla luce di questi fattori, quindi, Aigrim ha deciso di farsi portavoce nel chiedere un interessamento del Governo e delle istituzioni affinché introduca provvedimenti uniformi e specifici per tutelare un settore che continua a prestare i propri servizi di pubblica utilità. In generale, Aigrim propone una serie di misure tra cui l’intervento – con il supporto degli enti concedenti – sui canoni e sugli oneri di gestione, sui tempi di pagamento e sull’estensione dei contratti in essere bloccando qualsiasi nuova gara. Azioni che dovrebbero anche tener conto della futura ripresa promuovendo accordi ponte tra concedenti e operatori della ristorazione a canoni calmierati, per permettere di mantenere vivo il mercato della ristorazione in concessione, che altrimenti rischia di essere irreversibilmente compromesso. A preoccupare, è anche la posizione assunta da Aiscat (associazione che raggruppa le principali società autostradali) che, sul tema dei canoni, ha comunicato al MIT una generica disponibilità a “sospendere” l’applicazione dei canoni fissi e variabili, rimettendo tuttavia a negoziazioni ad hoc tra aziende della ristorazione e concessionarie autostradali la definizione in concreto delle misure. «Un’affermazione di principio pericolosa perché – si legge in una nota ufficiale di Aigrim – in assenza di un intervento forte da parte del Governo, ciascuna concessionaria autostradale potrà decidere discrezionalmente».

Le dichiarazioni

«Esprimiamo la nostra solidarietà a tutte le istituzioni che stanno lavorando senza sosta per fronteggiare questa pesante emergenza sanitaria, economica e sociale. Le aziende rappresentate da Aigrim non hanno fatto mancare il proprio supporto, mantenendo solo con le proprie forze l’ingente impegno economico per garantire un pubblico servizio, gravato da oneri non più sostenibili e senza alcun ritorno. Per questo siamo a disposizione per contribuire ad individuare soluzioni che possano equamente bilanciare tutte le esigenze in gioco», ha affermato Cristian Biasoni, vicepresidente di Aigrim.

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