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L’associazione AIGRIM si scaglia contro la richiesta pervenuta di ASPI-Autostrade per l’Italia, di abbassare i prezzi di vendita attraverso il meccanismo del PMM (prezzo di mercato medio).

Già lo scorso mese di aprile, l’associazione che rappresenta le principali società di ristorazione con concessioni autostradali, aveva richiesto ad ASPI di sospendere il meccanismo, che obbliga a rivedere i prezzi dei “prodotti paniere”, calibrati a quelli praticati da bar e ristoranti nelle zone esterne limitrofe alle autostrade.

“Si creerebbe una situazione paradossale nella quale, da un lato, i concessionari beneficiano dell’adeguamento al rialzo dei canoni all’inflazione; dall’altro, viene richiesto alle catene di ristorazione di tenere bloccati i prezzi di vendita o addirittura di adeguarli al ribasso con un effetto deleterio sui margini. In un contesto di mercato inflattivo a doppia cifra questa dinamica non è più sostenibile economicamente dalle catene” ha spiegato il presidente di AIGRIM, Cristian Biasoni.

AIGRIM fa notare come il benchmark del paniere di riferimento sia del tutto inadeguato e anacronistico, perché mette sullo stesso piano mercati differenti, specialmente sul fronte dei costi e degli investimenti necessari.

“Ci lamentiamo che i prezzi in autostrada sono alti, ma forse non tutti sanno che i canoni che le catene di ristorazione devono pagare alle concessionarie autostradali sono mediamente pari al 20% dei ricavi con punte di molto superiori su tratte come Autobrennero” aggiunge il presidente.

I costi di gestione più alti derivano anche dalla necessità di tenere aperte le attività in autostrada h24, tutti i giorni dell’anno, e da altri fattori, compresa la gestione dei servizi igienici.

In più, stigmatizza ancora AIGRIM, questa richiesta arriva quando è in corso un confronto avviato con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture finalizzato a trovare le misure di intervento necessarie per salvaguardare un settore importante e che dà oggi occupazione a oltre 25.000 addetti.

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