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Il foodservice italiano vale 75 miliardi di euro, il secondo mercato in Europa, e oggi rappresenta il 6% dei ricavi nei centri commerciali.

Sono alcuni dei dati emersi durante l’AIGRIM DAY 2023, convegno organizzato dalla sigla aderente a Fipe-Confcommercio, che si è svolto presso la sede milanese della confederazione.

Nel corso dell’evento sono stati presentati i dati del primo Osservatorio sulla Ristorazione nei Centri Commerciali, realizzato da Deloitte, nato dall’iniziativa di AIGRIM e CNCC.

La ristorazione è in forte crescita. Secondo i dati di Deloitte, illustrati da Tommaso Nastasi, il food mostra una crescente rilevanza sul fatturato complessivo dei centri commerciali, rappresentandone il 6%, con un volume d’affari stimato di 4,9 miliardi (al 2022) di euro e un’incidenza dal 9% (nel 2022) all’11% nelle vendite nei centri commerciali livello nazionale (nel primo semestre 2023). In Italia, la spesa delle famiglie per i consumi alimentari fuori casa mostra un trend migliorativo negli ultimi mesi del 2023 dimostrandosi resiliente al contesto esterno, a differenza di altre categorie merceologiche.

Le insegne hanno sottolineato il tema della pedonalità espressa dalle aree commerciali e sulla proporzionalità e la congruità dei canoni di locazione. Il primo semestre del 2023 mostra, infatti, un trend fortemente positivo per il comparto dei centri commerciali, trainato dalla ristorazione (+9,1% vs 2019 e +25,1% vs 2022).

I dati dell’Osservatorio Aigrim-Cncc realizzato da Deloitte confermano ancora una volta quanto il comparto della ristorazione – inserito nella filiera agroalimentare e turistica allargata – sia strategico e di fondamentale importanza per il Paese, con un’incidenza della filiera sul Pil che si attesta intorno al 20%. Dopo le forti difficoltà del periodo pandemico, il comparto è tornato al valore del pre 2020, riassestandosi la sua traiettoria di crescita (CAGR del +4,5% per il 2022 -2027)” ha commentato il Presidente di Aigrim, Cristian Biasoni.

“Per il 2024 gli operatori del settore sono fiduciosi, l’anno appena trascorso è stato molto positivo e credo lo sarà anche il 2024. Esiste però il grande tema che abbiamo messo al centro anche di questa giornata: quello delle risorse umane che continuano a mancare.  In questo clima di fiducia e crescita, serve mettere al centro le persone. Il lavoro della ristorazione è impegnativo e spesso si svolge in contesti non facili, ma si può fare tanto in termini di welfare e le aziende e formazione su questo devono impegnarsi. Il problema delle persone in questo comparto esiste e serve l’impegno di tutti gli interlocutori, istituzioni comprese che devono sostenere un settore così strategico per il Paese”.

Nel corso dei lavori, è emerso come le catene italiane rappresentino oggi circa il 10% del mercato della ristorazione, contra una media europea del 25%.

Alla discussione, hanno contribuito i rappresentanti di aziende come McDonald’s, Alice Pizza, That’s y, Cigierre, Fava & associati, Cremonini, La Piadineria, Kfc, I love poke, Signorvino, Multi, Eurocommercial, Promos.

Tra i temi emersi durante le tavole rotonde sono emersi anche diversi punti critici e spunti su cui occorre lavorare: maggior coinvolgimento tra la ristorazione e le direzioni dei centri commerciali, nell’organizzazione di iniziative comuni; la necessità di attività di entertainment che riescano a trainare l’orario serale fino a cena e dopo cena (bene il cinema); la necessità di uno scambio di dati qualitativi ancora superiore, a fronte di canoni di affitto adeguati; il tema cruciale, nel 2024, del costo del lavoro.

Un resoconto più dettagliato degli interventi e dell’Osservatorio saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista retail&food, che insieme a Ristorando è stata media partner dell’iniziativa.